Giulio Nicoletta
Al momento dell'armistizio, ancora studente, si trovava nel Vercellese, come sottotenente di Fanteria del 1° Reggimento carristi. Era subito entrato nella Resistenza, costituendo una banda partigiana nella zona di Bruino (TO). Ferito in combattimento contro i nazifascisti a Trana (TO), nel gennaio del 1944, Nicoletta, con i suoi uomini, era entrato a far parte della 43ma Divisione autonoma "Sergio De Vitis", di cui, (durante i lunghi mesi della lotta contro nazisti e fascisti), era diventato il comandante. Molto apprezzato per il suo coraggio e le sue doti di ponderatezza, Nicoletta, nell'aprile del 1944, aveva condotto con i tedeschi le trattative per la liberazione degli ostaggi che erano nelle loro mani a Cumiana (TO). Violando gli accordi i nazisti massacrarono cinquantuno cumianesi, in cui ricordo, là dove sorgeva la cascina Riva d'Acaia, è stata eretta una grande Croce con l'epigrafe: "In questo luogo 51 cumianesi, cittadini esemplari e rimpianti, vittime innocenti e pure, la ferocia nazista trucidava. 3.4.1944". Nicoletta, con i suoi partigiani, nei giorni dell'insurrezione fu tra i primi ad entrare a Torino, per difendere la città e impedire che vi entrassero le truppe del generale Schlemmer. Rimasto in Piemonte dopo la Liberazione, il comandante partigiano calabrese (a cui il Comune di Giaveno, dove abitava, attribuì la cittadinanza onoraria e che si è sempre impegnato per tenere alti i valori della Resistenza), riposa ora nel cimitero del suo paese di adozione.