Alberto Meschi
Quella di Alberto Meschi è una delle più belle figure del movimento anarchico italiano. Autodidatta, dopo essersi impegnato sin da ragazzo nelle organizzazioni operaie della Spezia, nel 1905 decise di emigrare in Argentina. Ci restò quattro anni, diventando uno dei più seguiti dirigenti libertari e sindacali. Nel 1909 Meschi viene espulso. Tornato in Italia, dirige la Camera del lavoro di Carrara, guidando le lotte dei cavatori apuani e dei lavoratori della Versilia. Allo scoppio della Prima guerra mondiale è mandato al fronte, finisce prigioniero nei Carpazi, torna in Italia alla fine del conflitto e riprende subito il suo posto di lotta a Carrara, entrando anche a far parte del Consiglio generale dell'Unione sindacale italiana. Aggredito a più riprese dai fascisti, Meschi è costretto nel maggio del 1922 a riparare in Francia. A Parigi è tra i fondatori della Concentrazione antifascista e della Lega italiana diritti dell'uomo. Nel 1936 eccolo combattere in Spagna nella Colonna Rosselli, sino alla caduta della Repubblica. Tornato in Francia finisce in campo di internamento. Rientra in Italia alla fine del 1943 e, all'indomani della Liberazione, viene incaricato dal CLN di dirigere la Camera del lavoro di Carrara, che resse sino al 1947. Da allora, per circa 20 anni, si dedicò alla pubblicazione de "Il Cavatore", un foglio sindacale libertario.