Nardo Dunchi
Diplomato all'Accademia di Belle Arti di Carrara, durante la Seconda guerra mondiale si trovava come ufficiale degli Alpini a Cuneo. Qui venne in contatto con la famiglia di Duccio Galimberti e, quando fu annunciato l'armistizio, fu tra i pochi ufficiali che tentarono di tenere uniti i reparti per combattere i tedeschi. Fallito il suo tentativo, Dunchi, con un piccolo gruppo di soldati, raggiunse l'imbocco della valle Vermegnana e con Ignazio Vian costituì la prima banda partigiana di Boves. Divenuto ben presto una figura leggendaria della Resistenza (sua l'iniziativa dell'occupazione di Vinadio nel dicembre 1943 e, sul finire dello stesso mese, l'assalto vittorioso all'aeroporto di Mondovì presidiato dai tedeschi), nella primavera del 1944 Nardo Dunchi si spostò in Toscana, agli ordini dell'organizzazione "Otto", che curava i lanci alleati alle formazioni partigiane. Quando la "Otto" fu dispersa dagli arresti, Dunchi si portò sull'Appennino, organizzandovi nuclei di partigiani. A ridosso delle linea del fronte, fece la spola tra i due opposti settori, fornendo agli Alleati un preziosissimo servizio di informazioni. La notte del 1° aprile 1945 un mezzo alleato sbarcò Nardo Dunchi nei pressi di Marina di Massa con gli ordini per l'insurrezione, alla quale lui partecipò a fianco delle forze partigiane locali. Seguì poi l'avanzata degli angloamericani dal 14 aprile sino alla fine di maggio, quando i soldati alleati raggiunsero Torino. Sulla guerra di Liberazione Nardo Dunchi ha pubblicato, nel 1957, il libro autobiografico Memorie partigiane, edito a Firenze dalla "Nuova Italia". Molto legata alla Resistenza la sua multiforme attività di scultore; si ricordano qui soltanto il monumento in piazza "Caduti della Libertà" di Boves, il monumento a Luigi Bisio a Rocca di Magra, quello nel "Parco del Partigiano" ad Avenza. Tra le tante opere di Dunchi il monumento (alto 7 metri), nel cimitero di Legnano, intitolato "Cristo, la vita" e, non ultima per importanza, la progettazione del filo elicoidale che ha consentito il recupero dei templi di Abu Abel. Proprio sul salvataggio dei templi la città di Carrara aveva organizzato una mostra "Armonia di ombre e di luci" che anche Nardo Dunchi, quasi centenario, aveva potuto visitare. Appresa la notizia della scomparsa del suo vecchio compagno nella lotta contro i nazifascisti, Giorgio Bocca lo ha definito "uno dei più grandi partigiani combattenti d'Italia" e lo ha ricordato come "èuomo pieno di coraggio ed il primo a salire in montagna". I funerali di Dunchi e la commemorazione ufficiale si sono svolti partendo dal Consiglio comunale carrarese.