Amos Pampaloni
L'8 settembre 1943, Pampaloni si trovava a Cefalonia. Capitano di complemento del 33° Reggimento d'Artiglieria, dopo che i soldati italiani della Divisione Acqui decisero di opporsi ai nazisti con le armi, diresse il fuoco della sua batteria contro i natanti tedeschi che puntavano sull'isola. Quando i militari italiani furono costretti alla resa non sospettavano che i tedeschi, in violazione delle convenzioni internazionali, li avrebbero passati per le armi. Degli uomini di Pampaloni quasi ottanta furono trucidati dai nazisti. Lui si salvò soltanto perché, raggiunto alla gola da una rivoltellata sparata da un ufficiale tedesco, si finse morto sotto un mucchio di cadaveri. Soccorso da una famiglia del luogo, il capitano italiano si unì poi ai partigiani greci e per quattordici mesi combatté nell'Epiro, spostandosi da Anfinochia, ad Agrignon a Brevisan. Quando tornò in Italia, rese al Servizio informazioni militari la sua testimonianza su quanto avvenuto a Cefalonia e in tutti questi anni ha continuato a testimoniare (sia pure con una sola corda vocale, come aveva il vezzo di sottolineare), sull'eroismo dei suoi commilitoni. Oltre alla Medaglia d'argento, Pampaloni ha avuto altri riconoscimenti. Al "gonfalone d'argento" del Consiglio regionale toscano, si è aggiunto nel 2005, proprio nel giorno del suo novantacinquesimo compleanno, il "fiorino d'oro" del Comune di Firenze, con una motivazione che, tra l'altro, dice "... A lui, oggi, la città di Firenze, nel ricordo dei caduti di Cefalonia, vuole rendere omaggio per essere stato, in questi anni, interprete degli ideali della Resistenza e testimone del prezzo pagato per conquistare al nostro paese la democrazia". Amos Pampaloni ha continuato a testimoniare, anche inviando un messaggio al 14° Congresso nazionale dell'ANPI, che si è svolto dal 24 al 26 febbraio 2006 a Chianciano Terme. La morte di Pampaloni (alle sue vicende resistenziali si ispirarono, molto liberamente, il libro e il film "Il mandolino del capitano Corelli"), non ha rattristato soltanto i democratici e gli antifascisti toscani. La sua scomparsa ha colpito anche tutti gli sportivi della Regione; questi, infatti, sono grati a Pampaloni per aver fatto rivivere negli anni '60 del secolo scorso, con Pasquale Borracci, il "Circuito del Mugello". La gara automobilistica di 66 Km su strada chiusa, seguita da centinaia di migliaia di appassionati, è giunta alla sua diciannovesima edizione proprio nei giorni della morte di Pampaloni. Per onorare questo eroe della Resistenza, un "Premio Amos Pampaloni" è stato consegnato, nella piazza di Firenzuola, al concorrente meglio classificato tra coloro che avevano partecipato al "Mugello" negli anni della rinascita della corsa.