Bruno Pasquali
Durante il fascismo, Bruno Pasquali era riuscito a mettere in piedi un'organizzazione comunista all'interno dell'azienda tranviaria bolognese. Insospettita dai movimenti del giardiniere, la polizia finì per l'arrestarlo. Era il mese di dicembre del 1938. Deferito al Tribunale speciale, il giovane antifascista fu condannato a cinque anni di reclusione e riacquistò la libertà alla caduta del regime. Pochi mesi dopo Pasquali era già attivo nella Resistenza bolognese. Partigiano nella Brigata Garibaldi "Irma Bandiera", finì per essere catturato dai fascisti che lo portarono nella caserma "Magarotti" e lì lo ridussero in gravi condizioni per le torture. Ricoverato sotto vigilanza all'Ospedale Sant'Orsola, Bruno Pasquali ebbe modo di riprendersi, tanto che la sera del 14 novembre 1944, con l'aiuto di alcuni compagni, sfuggì alla sorveglianza e si mise in salvo. La sua libertà durò poco: un mese dopo il giardiniere antifascista fu fermato durante un rastrellamento effettuato dai tedeschi nella zona di Pontevecchio. Riconosciuto e rinchiuso nelle carceri di San Giovanni in Monte, Pasquali vi morì sotto le torture.