Orazio Barbieri
All'anagrafe risulta con la sua professione ufficiale di ragioniere, ma sarebbe più esatto definirlo "storico della Resistenza". Non a caso, proprio mentre l'autore stava per compiere i 91 anni, è uscita la ristampa di uno dei suoi libri più noti, quel "I Sopravvissuti" che aveva visto la luce nel 1972 per le edizioni Feltrinelli. Di Orazio Barbieri si possono citare ancora "Un anno di lotta contro il nazismo e il fascismo", sulla Resistenza fiorentina, uscito già nel 1944, e "Ponti sull'Arno", pubblicato da Vangelista Editore nel 1958 e del quale Ferruccio Parri ebbe a scrivere: "... cronaca attenta e meticolosa, in gran parte sorretta dalla diretta conoscenza degli uomini e dalla partecipazione ai fatti... L'interesse e la qualità dell'informazione, la coscienza dello scrittore danno a questo libro un alto valore di fonte storica".
Soprattutto sono importanti i documenti che Barbieri ha raccolto nell'Archivio, depositato presso l'Istituto storico della Resistenza in Toscana, e che comprende, ovviamente, anche la sua biografia antifascista. Una biografia che comincia con l'arresto, nel 1927, per "aver ricostruito e fatto parte di una sezione del disciolto Partito comunista", continua con la sentenza numero 25 del 1930 che lo condanna ad un anno di reclusione, prosegue con l'attività clandestina sotto il fascismo e si sviluppa con la guerra di Liberazione che vede, tra l'altro, Barbieri (fatti saltare dai nazisti i ponti di Firenze) attraversare fortunosamente, con l'azionista Enrico Fischer, il Corridoio Vasariano per mettere in contatto il Cln fiorentino con quello d'Oltr Arno e con il Comando inglese.
Dopo la Liberazione, Barbieri è stato per dieci anni sindaco di Scandicci, parlamentare del PCI per tre legislature, tra i fondatori dell'ARCI nel 1957, collaboratore dell'"Unità" e di "Rinascita", direttore dei periodici "Toscana nuova" e "Realtà sovietica". Sino alla morte, Barbieri è stato Presidente onorario dell'Istituto Storico della Resistenza in Toscana