Renzo Ildebrando Bocchi
Cresciuto in una famiglia di proletari cattolici, non aveva potuto concludere per motivi economici gli studi di Giurisprudenza intrapresi e si era acconciato a fare il commesso viaggiatore. Quando aveva intrapreso la strada del giornalismo aveva lavorato per la Agenzia giornalistica italiana, Il Telegrafo di Livorno, Il Corriere Emiliano (così si chiamò dal 1925 al 1941 La Gazzetta di Parma), La Gazzetta di Venezia, Il Mattino di Napoli, Il Nuovo Cittadino di Genova. Lui, che si considerava soprattutto un poeta, aveva pubblicato nel 1938 una raccolta di versi intitolata La fiamma nel cuore, alla quale seguì nel 1940 Il pane del perdono. Nel 1939, mentre era militare in Castiglia, compose Canto funebre in memoria di Carlo e Nello Rosselli, uccisi dai cagoulards su mandato di Mussolini e Ciano; quando fu trasferito in Libia scrisse il romanzo breve Tempo di Mussolini, che rimase inedito. Tornato in Italia, quando nel 1943 si costituì a Parma il gruppo della Democrazia Cristiana, Bocchi entrò a farne parte e l’8 settembre rappresentò la DC nel CLN di Parma, subentrando a Giovanni Calzolari che era stato arrestato. Impegnato soprattutto nella realizzazione dei fogli clandestini Il Popolo, Democrazia e L’Uomo, “Ruffini” (questo il suo nome di battaglia), ebbe il compito di dirigere il Servizio Informazioni del CLN dell’Emilia Romagna. In tale veste nel maggio del 1944 si recò in Svizzera, a Lugano, per incontravi il capo del Servizio informazioni alleato per l’Italia. Da Ruggero, Renzo Bocchi ebbe anche l’incarico di portare in Italia un’ingente somma di denaro per la Resistenza. Ma mentre stava tornando a Parma il giornalista fu intercettato dalla polizia repubblichina a Como. Bocchi riuscì a liberarsi del denaro, ma fu egualmente tradotto al carcere milanese di “San Vittore” e qui consegnato alle SS. I tedeschi lo sottoposero a pesanti interrogatori, lo seviziarono a lungo e rifiutarono anche uno scambio di prigionieri proposto dal CLN Alta Italia. In agosto Bocchi prendeva la strada di Bolzano e dopo due settimane nel Campo di via Resia il giornalista veniva deportato in Baviera, a Flossenburg. Due mesi di massacranti lavori a Hersbruck e la fine, a 31 anni, in un forno crematorio. A Parma una strada dell’Oltretorrente, dove era vissuto da ragazzino, porta oggi il nome del giornalista cattolico, sul quale Giuseppe Marchetti, nel 1980, ha pubblicato il libro Renzo Ildebrando Bocchi tra amore e dolore.