Bartolomeo Giuliano
Nel corso della lotta partigiana era stato protagonista a Pianfei dell’assalto al podestà fascista Carlo Bongiovanni, che i patrioti avevano condannato a morte, dopo che erano stati fucilati dai “repubblichini” undici giovani renitenti alla Leva. Nell’azione, che si svolse il primo marzo del 1944, Giuliano (il suo nome di battaglia era “Bastian Nedo” e comandava la Brigata Valle Ellero), era rimasto ferito al femore, riportando una lesione permanente che l’avrebbe costretto per tutta la vita all’uso del bastone e alla rinuncia alla sua passione per la montagna. Curato a Peveragno, all’Ospedale di Cuneo e, infine, alle “Molinette” di Torino, nel dopoguerra Bartolomeo Giuliano riprese il suo lavoro di maestro elementare e di insegnante nelle scuole medie di Boves, che lasciò nel 1976 per un lungo periodo di insegnamento in Svizzera, dove fu pure preside di un Istituto per studenti italiani. Nei primi anni dopo la Liberazione Giuliano fu anche consigliere comunale di Boves, eletto in una lista di sinistra, e nel 1949 aveva aderito al PCI. Consigliere comunale per trent’anni, Giuliano ha dedicato molto del suo impegno all’ANPI ed ha tenuto alti i valori di libertà e democrazia per cui aveva, da giovane, combattuto, lavorando per l’<Istituto Storico della Resistenza in Cuneo e provincia> e dal 1983 per la “Scuola di Pace”, parte integrante dell’Amministrazione comunale. (s.d.)