Bruno Balzarini
Un uomo tranquillo, Bruno Balzarini, ma esercitando il suo mestiere di caffettiere è venuto a conoscere molta gente e, forse, a condividerne i segreti; cosa piuttosto pericolosa se riguardava prigionieri alleati evasi o, forse più probabilmente, visto che abitava e lavorava a Luino, movimenti di gente in grado di far passare il confine con la Svizzera a chi ne aveva bisogno. Come molte altre persone, il 12 febbraio 1944 fu arrestato a casa, da un plotone tedesco e portato a Milano al carcere di San Vittore: numero di matricola 1.502, VI raggio, cella 100. Inviato a Fossoli il 27 aprile, vi è immatricolato col numero 261. Aveva scritto alla sua famiglia illudendosi di poter tornare e di non dover partire. Il suo corpo, contrassegnato all'esumazione dal numero 56, fu riconosciuto dalla moglie.
(o.b.m.)