Giovanni Sanna
Figlio di un magistrato si era laureato in Lettere a Messina ed aveva preso ad insegnare Storia negli Istituti tecnici. Negli anni precedenti la Prima guerra mondiale era diventato un militante socialista e a Napoli, avvicinatosi ad Amedeo Bordiga, era stato uno dei responsabili della redazione del settimanale “Il Soviet”.
Nel 1921 Sanna aderì al PCd’I, nel quale si occupò soprattutto dei problemi teorici della “questione agraria”.
Arrestato nel 1923 dalla polizia fascista, Giovanni Sanna si dimise nello stesso anno dal partito nel quale sino ad allora aveva militato e tornato all’insegnamento, si dedicò alla scrittura di testi scolastici; non rinunciò però a tradurre, per la casa editrice fiorentina “La Nuova Italia”, opere di autori marxisti.