Silvio Marega
Già nel 1935 il comunista isontino era stato arrestato dai fascisti per il suo impegno politico. Condannato a quattro anni di reclusione scontò parte della pena nel carcere di Civitavecchia.
Uscito dalla prigione, Marega accorse in Spagna per combattere i franchisti. Dopo la sconfitta dei repubblicani passò in Francia, dove l’attendeva l’internamento nel campo di Vernet e, quando i francesi lo consegnarono ai fascisti italiani l’irriducibile falegname comunista prese la strada del confino a Ventotene.
Liberato con la caduta di Mussolini, Silvio Marega tornò nella sua terra dove riprese l’attività politica che, dopo l’armistizio, l’avrebbe visto tra i primi organizzatori della Resistenza contro i tedeschi che occupavano la zona.
Sarebbe morto a Gorizia negli scontri che videro contrapposti una potente Divisione corazzata di SS tedesche e gli operai della “Brigata Proletaria”, armati con le armi prelevate nelle caserme dell’esercito italiano in disfacimento. In quella che è passata alla storia della Resistenza come la “battaglia di Gorizia”, caddero con Silvio Marega oltre ottanta patrioti, impegnati nella difesa della stazione ferroviaria.