Achille Grandi
Nei primi anni del Novecento diresse a Como l’Unione del lavoro e fondò il sindacato italiano dei tessili. Terminata la guerra mondiale, Grandi organizzò a Milano l’Unione del Lavoro e pose le basi per la costituzione della Confederazione Italiana dei Lavoratori (CIL) di cui, nel 1922, divenne segretario generale.
Deputato del Partito Popolare, per il suo antifascismo fu più volte aggredito dagli squadristi ed ebbe la casa devastata.
Dichiarato decaduto da parlamentare nel 1926, Achille Grandi si ritirò dalla vita politica e sopravvisse durante la dittatura facendo a Milano il cassiere in un bar di piazza del Duomo e poi tornando al suo lavoro di operaio tipografo.
Dopo la caduta di Mussolini il Governo Badoglio lo nominò tra i commissari delle Confederazioni sindacali e Grandi diresse quella dei lavoratori agricoli. Fu tra i firmatari del Patto di Roma che, il 4 giugno del 1944, sanzionò la nascita della nuova Confederazione Generale Italiana del Lavoro. Al congresso costitutivo della CGIL, che si tenne a Napoli, pronunciò un discorso molto unitario, sostenendo la necessità di trasmettere ai giovani “la bandiera dell’unità sindacale”.
Membro della Consulta nazionale, Grandi nel 1946 fu eletto per la circoscrizione di Milano all’Assemblea Costituente e in seguito ne divenne il vicepresidente. Entrato nella Direzione della DC, è stato tra i fondatori delle ACLI che, nel 2009, hanno dato vita in suo nome alla “Fondazione per il Bene Comune”.
Ad Achille Grandi sono stati intitolati a Roma una piazza e un parco; portano il suo nome anche molti Circoli ACLI.