Luigi Missoni
Mutilato della mano destra combattendo in Grecia durante la Seconda guerra mondiale, Missoni (che per quell’episodio di valore sarebbe stato decorato di M.O.V.M.), dopo la caduta di Mussolini. in un improvvisato comizio a Bologna aveva inneggiato a Casa Savoia. Tanto bastò perché, durante l’occupazione nazifascista, l’ex ufficiale, diventato giornalista a ”L’Avvenire d’Italia”, venisse preso di mira dai repubblichini.
Nell’inverno 1943-44, dopo che i partigiani ebbero giustiziato un gerarca locale, Luigi Missoni fu arrestato e condannato a morte con altri nove antifascisti. La sentenza fu eseguita per i bolognesi Silvio Bonfigli, Cesare Budini, Ezio Casarini, Zosimo Martinelli e per gli imolesi Alfredo e Romeo Bartolini, Alessandro Bianconcini e Francesco D’Agostino.
Fu sospesa per Missoni, perché il suo difensore aveva inoltrato domanda di grazia e in considerazione del fatto che il giornalista era mutilato e decorato di Medaglia d’oro.
Condannato a vent’anni di reclusione, Missoni fu rinchiuso nel carcere di Castelfranco Emilia. Vi morì quando un bombardamento su Castelfranco colpì anche la casa di pena.