Italo Bosi
Chiamato alle armi durante la Seconda guerra mondiale, al momento dell’armistizio Bosi era soldato in Fanteria.
Subito dopo l’8 settembre 1943 era riuscito a tornare a casa a San Giovanni in Persiceto e, nel marzo del 1944, militava già nella Resistenza, come partigiano nel battaglione “Marzocchi” della 63ma Brigata Garibaldi “Bolero”.
Catturato a Calderara di Reno, mentre si trovava della casa di Evaristo Nadalini, che il proprietario aveva attrezzato come base dei partigiani della zona, l’operaio di San Giovanni in Persicelo fu consegnato ai tedeschi che lo deportarono nel campo di sterminio di Mauthausen.
Trovato ancora vivo dagli Alleati nel sottocampo di Gusen, l’operaio emiliano era ridotto in condizioni tali che non sopravvisse.