Giorgio Vecchiani
Terminate le scuole medie, Giorgio Vecchiani entra come avventizio archivista alla Prefettura di Pisa e, nello stesso periodo, conosce e frequenta alcuni studenti universitari e giovani antifascisti della sua città, anche attraverso i contatti stabiliti dal fratello maggiore Bruno. L’opposizione al regime si concretizza in questa fase in azioni di disturbo come la falsificazione di documenti per i ricercati, la diffusione di volantini, le scritte inneggianti alla pace dipinte sui muri, il sabotaggio degli orti di guerra intitolati ai gerarchi fascisti, con le targhe loro dedicate divelte e gettate in Arno.
A giugno del 1944, col nome di battaglia “Il Lungo”, Giorgio entra nella Resistenza con la formazione “Nevidio Casarosa”, distaccamento della 23ª Brigata Garibaldi, di base sul Monte Faeta. Sotto il comando di Ilio Cecchini prende parte a numerose azioni contro pattuglie tedesche e militari repubblichini e a scontri a fuoco per impedire rappresaglie e razzie degli occupanti. Il 2 settembre ’44 Pisa è liberata.
Vecchiani si iscrive al PCI dove inizia a svolgere un’intensa attività a livello provinciale. Assunto all’Ente comunale di assistenza di Pisa, dal ’45 al ’47 è distaccato con funzioni di segretario all’Alto Commissariato per le sanzioni contro il fascismo. Nel 1951 è nominato direttore di un campo profughi per i superstiti dell’alluvione del Polesine e l’anno dopo, iniziati i processi ai partigiani, è tra i promotori del Comitato di Solidarietà Democratica di cui diviene membro nazionale sotto la presidenza del Senatore Umberto Terracini.
Nella sua città, sempre in rappresentanza del partito comunista, Vecchiani è successivamente consigliere provinciale (1963-’65), componente della giunta (1966-’74) e nel Consiglio di amministrazione degli Ospedali Riuniti di Santa Chiara e della USL12. Dal 1985 si dedica al reinserimento dei detenuti nella società e nel mondo del lavoro, prima come presidente dell’associazione di volontariato Pubblica Assistenza di Pisa, poi come fondatore e direttore della cooperativa sociale Don Bosco.
Nell’ANPI, Giorgio è eletto Presidente del comitato provinciale (’99) e, nel 2001, Consigliere Nazionale. Nel 2007 arriva la nomina a Cavaliere al Merito della Repubblica Italiana. La sua testimonianza sulla Resistenza è raccolta nel volume "Io sono l’ultimo" (Einaudi, 2012) e nel film documentario La Memoria degli Ultimi.