Didala Ghilarducci
Di famiglia umile, il padre era un marinaio che mai volle prendere la tessera del fascio, Didala Ghilarducci conosce il futuro marito – Ciro Bertini “Chittò” – mentre frequenta il liceo a Le Mantellate. Ciro invece studia al classico Carducci. Si sposano nel 1942 e il 2 settembre 1943 nasce il loro unico figlio, Riccardo.
Il neonato ha appena sette giorni quando, subito dopo l’armistizio, Didala decide di seguire il marito sulle Alpi Apuane per combattere i nazifascisti. Quasi un anno dopo, il 28 agosto ’44, una pattuglia di SS sorprende tre partigiani: Giancarlo Taddei, Ciro Bertini e Gustavo Rontani. Taddei e il marito di Didala, “Chittò”, sono trucidati. Didala continua la sua attività di staffetta per il Distaccamento d’assalto Garibaldi “Marcello Garosi”.
Nel dopoguerra, prosegue l’impegno sui temi della pace, della democrazia e della libertà. Dal 2003 al 2008 è assessore comunale. Presidente dell’ANPI Provinciale di Lucca, nel 2007 pubblica la sua biografia, Partigiana per amore (Del Bucchia Editore). Il giorno prima di morire, il 25 aprile, aveva commemorato la Liberazione a S. Anna di Stazzema, per ricordare – come ogni anno – le 560 vittime dell’eccidio. Il 24 novembre 2012, l’amministrazione cittadina le ha intitolato l’Aula del Consiglio comunale.