Gian Cristiano Pesavento
Di famiglia antifascista, nel 1936 Gian Cristiano Pesavento si trasferisce da Asiago alla Valle Argentina, in provincia di Imperia. Dopo l’8 settembre aderisce al PCI clandestino. Arrestato il 20 luglio ’44, mentre con altri cerca di mettere in funzione una stazione radio clandestina, verrà arruolato forzatamente nella contraerea e destinato a Savona. In seguito trasferito a Treviso, riuscirà a fuggire e a raggiungere Asiago, dove ha ancora parenti, e a entrare in una formazione badogliana autonoma del Battaglione "Sette Comuni" operante nella zona.
Scampato a un rastrellamento, Pesavento torna fortunosamente a Imperia grazie al suo aspetto fisico, occhi chiari e capelli biondi, e alla divisa della FLAK (Forza antiaerea tedesca) che indossa. Col nome di battaglia “Gian Burrasca” partecipa alle azioni della 4a Brigata Garibaldi attiva nell'entroterra. Nel Febbraio 1945 è con la missione alleata di cui faceva parte il Cap. Bentley, presso il Santuario della Madonna di Lampedusa in Valle Argentina, ed è uno dei componenti il Triumvirato Insurrezionale di brigata assieme a "Tunin" Balestra e Umberto Borromini, "Brescia". Nel dopoguerra forte fu l’impegno civile e politico di Pesavento nel Partito Comunista Italiano, per il quale negli Anni 70 venne eletto tra le file dell’opposizione nel Consiglio comunale di Sanremo.
Ininterrotta è stata la sua attività nell’ANPI: storico Presidente per un ventennio della sezione di Sanremo, egli la rappresentò con passione incessante per mantenere vivo il ricordo dei compagni caduti nella Lotta di Liberazione.
Negli incontri con gli studenti promossi dall’ANPI nelle scuole, Pesavento, testimone della Resistenza, ebbe sempre chiaro l’obiettivo di trasmettere alle giovani generazioni la conoscenza del momento storico in cui maturarono i princìpi sanciti nella nostra Costituzione.
I suoi compagni di lotta e di ideali hanno deciso all’unanimità di intitolare alla sua memoria la Sezione ANPI di Sanremo.