Luigi Alfani
Repubblicano, dopo vari arresti e carcerazioni aveva aderito al PSI, del quale fu segretario della Federazione napoletana nel 1896. Espulso dal PSI per aver fondato a Montecalvario un Circolo socialista in contrapposizione alla Sezione ufficiale, rientrò nel partito alcuni anni dopo. Nel 1908 fu nominato segretario della Camera del Lavoro di Torre Annunziata, che diresse sino al 1922, venendo nel contempo eletto consigliere provinciale socialista di Napoli. Bordighiano, svolse una intensa attività contro l’entrata dell’Italia nel primo conflitto mondiale e quando, nel 1918, entrò nella Direzione nazionale del PSI, fu dal suo partito candidato a sindaco di Torre Annunziata. Eletto, Alfani sostenne duri scontri con i fascisti locali e la sua popolarità divenne tale che nel 1924 fu eletto deputato per le liste di “Unità Proletaria”, che univano comunisti e socialisti di sinistra. Alfani era intanto confluito nel P.C. d’I. con la frazione internazionalista. Dopo la proclamazione delle Leggi eccezionali fasciste del 1926 fu arrestato come deputato comunista e assegnato per 3 anni al confino, che scontò per 18 mesi, venendo nel frattempo arrestato e giudicato dal Tribunale speciale. Coinvolto nel “processone” fu assolto essendosi, durante il dibattimento, dissociato dai suoi compagni di lotta comunisti. Alfani ottenne, era il 1928, la scarcerazione immediata, ma fu contemporaneamente espulso dal Partito Comunista d’Italia. Tornato a Napoli l’avvocato si impegnò nella sua professione e non svolse più attività politica di sorta.