Filippo Amedeo
Si era iscritto giovanissimo al Partito socialista ed è stato per molti anni segretario dapprima della sezione torinese e poi della Federazione nazionale dei lavoratori del legno. Membro del Comitato esecutivo della Camera del Lavoro di Torino, Filippo Amedeo, chiamato alle armi, dovette combattere nella guerra di Libia e poi nella Prima guerra mondiale. Proposto due volte per decorazioni al valor militare, le rifiutò e fu anche processato per propaganda contro la guerra.
Arrestato nel 1920 per aver partecipato al movimento per l'occupazione delle fabbriche, nel 1921 Amedeo era stato eletto deputato. Rieletto nel 1924, due anni dopo fu dichiarato decaduto per aver partecipato all'opposizione aventiniana. Dopo le leggi eccezionali fasciste emigrò in Francia e diresse la Federazione socialista italiana di Marsiglia. Dalla Francia passò in Spagna, a fianco delle forze repubblicane, durante la guerra civile.
Nel 1943 il dirigente socialista, che era tornato in Francia, fu arrestato dalla Gestapo e consegnato alla polizia fascista. Incarcerato a Torino, Filippo Amedeo riacquistò la libertà soltanto dopo la caduta di Mussolini. Ripreso il lavoro politico nelle file del suo partito, fu tra gli organizzatori della Resistenza e, dopo la Liberazione fu nominato segretario della Federazione socialista torinese e consigliere comunale di Torino. Eletto alla Costituente, Amedeo morì prima di assumere formalmente l'incarico. Il 28 giugno 1946, il dirigente socialista fu commemorato dai rappresentanti di tutti i partiti democratici. Alcide De Gasperi, allora Presidente del Consiglio e ministro degli affari esteri, si associò commosso all'elogio di Filippo Amedeo "che ha dedicato tutta la sua vita alla causa della libertà del popolo lavoratore".