Bechy Behar Ottolenghi
Ebrea, aveva soltanto 13 anni quando fu testimone della prima strage di israeliti compiuta dai nazisti in Italia. Alla strage Bechy sopravvisse soltanto perché suo padre, Alberto, proprietario di un hotel a Meina, sul Lago Maggiore, era amico del console turco a Milano. Il diplomatico intervenne presso le SS e ottenne che i Behar se la cavassero con una multa.Le SS della Divisione corazzata Leibstandarte Adolf Hitler, il cui comando era stato alloggiato all'Hotel "Beau Rivage" di Baveno, basandosi sulle indicazioni fornite dagli uffici comunali della zona, tra il 15 settembre e l'11 ottobre del 1943 assassinarono cinquantaquattro ebrei. Sedici di loro furono prelevati proprio in quello che, allora, si chiamava "Hotel Meina" ed era gestito dai Behar. Gli ebrei furono uccisi e gettati nel lago con una pietra al collo.
Per la morte di quei poveretti nessuno ha pagato, anche se nel 1968 a Osnabruck fu celebrato un processo (i Behar si erano costituiti parte civile), che si concluse con la condanna all'ergastolo di due ufficiali delle SS. Due anni dopo, una sentenza della Corte Suprema di Berlino cancellava tutto perché i reati "erano da considerarsi caduti in prescrizione". In Italia non s'è mai celebrato un processo per tutte quelle vittime della barbarie nazista, ma sino a che la sua vita non è stata stroncata da un ictus, Bechy Behar (che ha sposato Carlo Ottolenghi), ha continuato a testimoniare della persecuzione a cui sono stati sottoposti gli ebrei in Italia.
Sul finire del secolo scorso, il Comune di Meina (presente il Presidente emerito della Repubblica Oscar Luigi Scalfaro), aveva concesso alla Behar (che dopo quella lontana tragedia non si è più immersa nelle acque del lago), la cittadinanza onoraria. Bechy Behar ha letto il libro di Marco Nozza La strage dimenticata, Meina settembre1943, ha visto il film che ne ha tratto Carlo Lizzani e che è stato presentato a Venezia nel 2007; non potrà vedere il monumento che lo scultore Ofer Lellouche sta realizzando e che sarà collocato nei giardini, sul lungolago di Meina, proprio vicino a dove sorgeva l'hotel, nel quale le SS avevano prelevato le loro vittime.