Licurgo Benassai
Giovane comunista, aveva soltanto diciotto anni quando fu, per la prima volta, arrestato dalla polizia fascista. Nel 1937, nuovo arresto e la comparsa dinnanzi al Tribunale speciale per la difesa dello Stato. Condannato a 14 anni di reclusione per attività antifascista e contributo ad organizzazione clandestina, il vetraio fu ristretto nel carcere di Castelfranco Emilia.
Nella primavera del 1944, con il nome di battaglia di "Bruno", prende la via della lotta armata. Entrato nella 23^ Brigata Garibaldi "Guido Boscaglia" assieme ad un gruppo di patrioti della zona, è nominato commissario politico e vicecomandante della III Compagnia, guidata dall'empolese Aldo Giuntoli. Nel febbraio del 1945 Benassai, con oltre 500 partigiani e giovani reclute della zona e della Valdelsa, si arruolò nel Corpo Volontari della Libertà, nel quale combatté sino alla Liberazione.
Rientrato ad Empoli, Benassai si dedicò all'attività politica (nel 1951 fu anche eletto consigliere comunale) e alla cooperazione. "Bruno" è stato di stimolo, per tutta la vita, all'attività delle organizzazioni democratiche locali. È spirato nella sua casa di Empoli, a poco tempo dalla scomparsa della moglie Giovanna.