Matteo Benussi
Militante comunista, fu protagonista durante il fascismo di azioni coraggiose. Nel 1936 fu lui a piantare la bandiera rossa sul campanile del Duomo di Rovigno e sulla ciminiera dello stabilimento "Ampelea". Proseguì con questi gesti di audacia negli anni del regime e non esitò ad affrontare più volte i fascisti con le armi, conducendo una personale guerriglia che lo rese famoso.
Benussi fu tra i primi a entrare, col nome di battaglia di "Cio", nella Resistenza e, dal dicembre 1943 alla fine della guerra, comandò un "Gruppo minatori". Alla testa di questi guastatori fece saltare tralicci dell'alta tensione, ponti, treni e persino la sede del presidio nazifascista nel centro di Rovigno. Nell'immediato dopoguerra, rifiutando cariche politiche e onorifiche, fu comandante di "brigate volontarie", impegnate nella ricostruzione di ferrovie, strade e fabbriche. Benussi fu prematuramente stroncato da una grave malattia.
Nel 1953, l'allora governo jugoslavo, proclamò Matteo Benussi "Eroe del Popolo". Una via di Rovigno porta ora il suo nome e, in un giardino della città è stato eretto un busto in bronzo sotto il quale, in italiano e in croato, è scritto "eroe popolare".