Carlo Bernari
Il suo vero nome era Carlo Bernard, essendo la sua famiglia di origine francese. Sarebbe poi sempre stato chiamato Bernari, dopo che aveva deciso di firmare con lo pseudonimo. Espulso da tutte le scuole del Regno per il suo temperamento ribelle, fece l’apprendista sarto, il venditore di libri antichi e si formò come autodidatta.
Trasferitosi in Francia, quando Bernari nel 1934 rientrò in Italia, scrisse il suo primo libro (“Tre operai”), che, trattando di una classe operaia alla quale era impossibile vivere una vita dignitosa (il titolo originale del libro era “Gli stracci”), allarmò Benito Mussolini al punto che sullo scrittore si abbatté la censura del regime fascista.
Nel 1939 Bernari fondò a Milano, con Zavattini e Moravia, la rivista “Tempo” e, dopo il periodo della partecipazione alla Resistenza, Bernari, che è considerato un anticipatore del neorealismo, scrisse il libro “Speranzella”, che gli valse nel 1950 il Premio Viareggio.
Per comporre le sue tante opere lo scrittore era solito ritirarsi a Gaeta, tanto che quel Comune lo nominò cittadino onorario.
Dopo la scomparsa di Carlo Bernari è stato pubblicato l’inedito “L’ombra del suicidio”, che lo scrittore aveva composto nel 1936. A Bernari sono state intitolate vie di Roma e di Napoli e nel centenario della sua nascita si sono tenuti in Italia e all’estero diecine di convegni.