Michele Bianco
Combattente nella Prima guerra mondiale, cadde prigioniero. Finito il conflitto e tornato in Italia fu eletto consigliere comunale e provinciale per il Partito socialista. Membro della frazione "internazionalista", Michele Bianco fu costretto, per sottrarsi alle persecuzioni dei fascisti, a lasciare la Basilicata. Stabilitosi a Napoli, nel febbraio del 1924 Bianco fece uscire a proprie spese, avvalendosi anche della collaborazione di Amedeo Bordiga, la rivista Prometeo. Il foglio cessò le pubblicazioni, "per ragioni organizzative" nell'agosto del 1924, due mesi dopo la confluenza nel P.C.d.I. dei terzinternazionalisti del PSI. Nel novembre del 1926, all'avvocato comunista furono inflitti due anni di confino in Sardegna e quando, nel dicembre 1927, Bianco fu anticipatamente prosciolto, si appartò dall'attività politica e si dedicò alla professione forense.
Durante la Seconda guerra mondiale, l'avvocato rientrò come sfollato nella sua terra d'origine e, già nel 1944, organizzò la Federazione comunista di Matera. Ne restò segretario sino al 1948, quando fu eletto deputato. Rieletto alla Camera nel 1953, Michele Bianco, nel 1956, fu chiamato a far parte della Commissione centrale di controllo del PCI. A Matera gli hanno intitolato una piazza.