Pasquale Binazzi
Anarchico militante, partecipò in prima fila ai moti di Lunigiana del 1894. Ricercato dalla polizia, dovette abbandonare il suo posto di lavoro all'Arsenale e lasciare La Spezia. Ciò non gli consentì, tuttavia, di evitare arresti ed anni di confino. Tornato nella sua città nel 1907, Binazzi si unì a Zelmira Peroni e con lei fondò il settimanale "Il Libertario", che assunse presto rilievo nazionale. Sino al 1926, fra molte traversie, sequestri e processi i due anarchici riuscirono a far uscire il giornale; quell'anno, però, "Il Libertario" cessò le pubblicazioni: Binazzi e la Peroni erano stati entrambi condannati al confino per due anni. Per Binazzi non si trattava di una novità: al confino c'era già stato tra il finire dell'800 e i primi anni del '900; a Lipari, dove lo mandarono con Zelmira, aveva soggiornato dal dicembre del 1915 alla fine della prima Guerra mondiale, perché antinterventista e antimilitarista. Quando, allora, era tornato a La Spezia, Binazzi aveva ripreso a lottare per i suoi ideali partecipando, nel 1920, all'occupazione delle fabbriche e all'organizzazione degli Arditi del popolo. Sempre avendo al fianco la sua Zelmira, lavorò al giornale fino all'ennesima condanna al confino. Tornato in Lunigiana nel 1928, Binazzi trascorse in libertà vigilata gli anni della dittatura fascista ma, caduto Mussolini, l'anziano anarchico fu subito tra i più attivi nel riorganizzare il movimento libertario e, in seguito, le formazioni partigiane che vi si ispiravano.