Marino Bortolini
Cresciuto in una famiglia di mezzadri di tradizioni antifasciste, Marino (il più giovane di cinque fratelli), dopo l'armistizio entrò nelle file della Resistenza. Gli fu affidato, tra gli altri incarichi di combattente, il compito di organizzare per i gappisti bolognesi gli alloggi e i pasti. Il 26 novembre 1944 una squadra di SS, guidata da fascisti di Castenaso, lo arrestò nella sua abitazione. Rinchiuso in varie prigioni, l'8 gennaio 1945 Marino Bartolini lasciò il campo di concentramento di Bolzano, ultima tappa italiana delle sue peregrinazioni, e fu deportato a Mauthausen. Vi restò sino al 5 maggio del 1945, quando fu liberato dalle truppe alleate.
Tornato a Castenaso nel mese di luglio, Marino pesava soltanto 37 chili. Riuscito lentamente a riprendersi, tornò al suo lavoro, senza mai venir meno, finché le forze glie lo hanno consentito, ai suoi impegni nell'ANPI e nell'Associazione degli ex deportati.