Giuseppe Bravin
Lavorava alla Fiat e già da ragazzo era un attivo antifascista. Immediato quindi, dopo l'armistizio, l'ingresso di Bravin nella Resistenza torinese. Il suo impegno si accentuò quando, insieme all'amico Francesco Valentino e a Dante Di Nanni, entrò nei GAP organizzati da Giovanni Pesce. Il battesimo del fuoco Bravin lo ebbe il 15 febbraio del 1944, quando i gappisti attaccarono il Comando delle SS, installato all'albergo "Genova", e lasciarono sul terreno tre ufficiali nazisti. Pochi giorni dopo, in vista dello sciopero generale del marzo, Bravin ed altri compagni fanno saltare, dopo aver eliminato un repubblichino di guardia, gli scambi della rimessa tranviaria di via Biella. Durante lo sciopero generale, Bravin e i suoi mettono fuori uso la centrale che alimentava l'intera rete tranviaria di Torino Nord. E ancora: il 18 marzo una diecina di fascisti eliminati con un attentato in piazza Paleocapa; il 31 un gerarca fascista abbattuto per strada; il 29 aprile attacco al Comando della Milizia forestale ed eliminazione di tre ufficiali nazisti, di un sottufficiale e di un milite. L'ultima impresa di Bravin, alla quale parteciparono tutti i gappisti guidati da Pesce, fu l'assalto, la notte del 16 maggio 1944, alla Centrale di radio trasmissioni, che i nazifascisti avevano allestito presso il torrente Stura. La Centrale saltò in aria, ma l'azione costò il ferimento di Di Nanni, che sarebbe morto eroicamente due giorni dopo, e la cattura di Bravin, ferito, e di Valentino, che sarebbe stato poi impiccato in corso Vinzaglio. Bravin restò nelle mani dei fascisti per quasi due mesi. Fu sottoposto a tortura perché rivelasse i nomi dei membri dell'organizzazione gappista, ma le sevizie non servirono a fargli tradire i compagni di lotta. Fu impiccato il 22 luglio alla periferia di Torino, alla Barriera di Milano.