Attilio Brunetti
Stabilitosi in Italia, esercitò per breve tempo il mestiere di scalpellino. All'inizio della Seconda guerra mondiale, il giovane fu chiamato alle armi e fu mandato sul fronte greco-albanese come caporalmaggiore di fanteria. Si trovava a casa in licenza quando fu annunciato l'armistizio. Non esitò a raggiungere la formazione partigiana della "Maiella" e, poco dopo, si aggregò al Corpo di spedizione polacco, comandato dal generale Wladyslaw Anders, che risaliva la penisola combattendo con gli Alleati. Brunetti si distinse in numerose azioni, ma quella che gli valse la Croce di guerra polacca al valor militare e poi la Medaglia d'oro italiana, fu il salvataggio del sergente polacco Zygmunt Piatowski, che guidava la sua pattuglia. Dice la motivazione della massima ricompensa italiana al valore: "Comandante di pattuglia attaccata e circondata da forze tedesche preponderanti, visto cadere gravemente ferito il suo comandante polacco, con grande coraggio e sangue freddo riusciva a sottrarlo ai nemici e sempre combattendo per sei chilometri, dopo aver ucciso due avversari, lo portava in salvo nelle proprie linee. Già distintosi per eccezionale coraggio e sprezzo del pericolo in varie precedenti azioni di pattuglia. Settore terrestre Adriatico, 1944". Nel dopoguerra, Attilio Brunetti, che era stato assunto da una banca di Campobasso, una volta in pensione non si è mai sottratto, quale membro della Federazione provinciale del "Nastro Azzurro", che ha presieduto per oltre cinquant'anni, all'impegno di recare testimonianza dei sacrifici degli italiani nella lotta di liberazione dal nazifascismo.