Armando Bussi
Durante la prima guerra mondiale, Bussi era stato fatto prigioniero dagli austriaci, dopo essere stato ferito in combattimento. Deportato e rinchiuso in campo di concentramento, era riuscito a fuggire dalla prigionia e nel novembre del 1918 si trovava in Boemia, dove partecipò a quei moti rivoluzionari. Rientrato in Italia e impiegatosi nelle ferrovie, Bussi fu, per tutto il ventennio della dittatura, un attivo antifascista, militando nel Partito d'Azione. Dopo l'8 settembre 1943 fu tra i primi organizzatori delle bande partigiane del Lazio. La motivazione della massima ricompensa al valore ricorda che Armando Bussi, "pur ricoprendo incarichi di comando, partecipava personalmente a tre delle più importanti azioni di sabotaggio effettuate a Roma" e che, catturato dalla banda Koch e lungamente torturato in via Tasso, non tradì i suoi compagni. Il non più giovane impiegato fu poi ucciso con gli altri martiri alle Fosse Ardeatine.