Sergio Caneva
Militante del Partito d’Azione, dopo l’8 settembre 1943 Caneva, ancora studente in Medicina, aveva preso parte alla guerra di liberazione nel Veneto. Tra gli organizzatori della Resistenza nel Vicentino, il giovane partigiano aveva assolto con molto coraggio al suo ruolo di ispettore delle formazioni della Divisione “Pasubio”.
Finito nel mirino dei repubblichini, Sergio Caneva era stato condannato in contumacia a 30 anni di carcere da un Tribunale fascista. Peggior sorte ebbero due suoi fratelli che furono deportati nei campi di sterminio e i cui resti sono stati riportati in Italia proprio un mese prima della improvvisa scomparsa di Sergio.
Nel dopoguerra Caneva si era laureato e, dopo un inizio dell’attività professionale come chirurgo all’Ospedale civile di Arzignano, aveva per anni curato centinaia di pazienti (per lo più donne) all’Ospedale psichiatrico di Vicenza, prodigandosi nel poco tempo che gli restava ad assistere gratuitamente i diseredati vicentini.
Sulla “Resistenza civile e armata nel Vicentino” Sergio Caneva aveva pubblicato nel 1972 un libro scritto con Remo Prenovi. Come ha ricordato l’avvocato Lino Bettin, rievocandone nel Duomo di Arzignano davanti ad una grande folla la figura, il medico partigiano non ha mai mancato di testimoniare, nelle conferenze e nelle scuole, i mesi trascorsi a combattere contro i nazifascisti per la libertà e la democrazia.