Rosa Cantoni
Il nome di copertura (Giulia) glielo aveva dato Aldo Lampredi, che coordinò i primi gruppi della Resistenza in Friuli. Così Rosa Cantoni, che continuava a lavorare nella fabbrica di confezioni (la Basevi di Udine), dove era entrata all'età di 14 anni, era diventata staffetta partigiana. Ai primi di dicembre del 1944, "Giulia" era stata fermata ad un posto di blocco, mentre si recava ad un appuntamento con un compagno di lotta. Arrestata e portata in una caserma della Milizia, la sera stessa della cattura era stata trasferita nel carcere di Udine e, il mattino successivo, sottoposta a stringente interrogatorio. Non aveva fatto nomi, aveva negato di conoscere chi non aveva resistito e aveva fatto quello di Rosa Cantoni e, il 10 gennaio 1945, era stata caricata su un carro bestiame con altre quattordici donne. Tre giorni e tre notti era durato il viaggio verso RavensbrŒck, poi l'immatricolazione (a "Giulia" era toccato il numero 97.323). Mesi e mesi di sofferenze e privazioni, poi il trasferimento a Buchenwald, e infine, con l'arrivo dell'Armata Rossa, la liberazione. Era il 27 ottobre 1945 quando Rosa Cantoni era tornata in Italia. Da allora non aveva mai cessato di testimoniare sulla Resistenza e sui campi di sterminio. Per questo i compagni del PD e dell'ANPI di Palazzolo-Muzzana-Pocenia e Precenicco, annunciandone la scomparsa, hanno espresso il loro affetto e la loro riconoscenza alla "compagna Giulia". Da molti anni Rosa Cantoni era membro autorevole del Comitato d'Onore dell'ANED.