Eldo Capanna
Frequentava il corso di lettere e filosofia all'Università di Roma quando fu arrestato dalla polizia per propaganda antifascista. Nell'agosto del 1939 fu processato e condannato. Nonostante questo, scontata la pena, fu ammesso alla Scuola allievi ufficiali e, con l'82° Reggimento fanteria "Torino", partecipò alle operazioni di guerra sul fronte occidentale. Dopo l'armistizio, il giovane ufficiale prese parte alla guerra di liberazione nel "I Reparto speciale autonomo" (formato in gran parte da paracadutisti della "Nembo", ma anche da militari italiani di altre Armi), che operava alle dipendenze di un'unità canadese prima e di una inglese poi. Il "I Reparto" prese quindi, per gli italiani, il nome di "Squadrone di Ricognizione F", dall'iniziale di "Folgore". Nell'autunno del 1944, durante una rischiosa azione esplorativa, compiuta da Capanna con un pugno di uomini oltre le linee tedesche, il gruppo entrò in contatto con il nemico. Per non abbandonare un suo sottufficiale, Otello Boccherini, che era rimasto ferito, Capanna fu catturato dai tedeschi. Sottoposto a tortura, l'ufficiale rifiutò di dare informazioni e fu trucidato a colpi di pugnale e di bastone. La massima ricompensa al valore, gli è stata concessa con questa motivazione: "Ufficiale paracadutista di alte virtù militari, durante una rischiosissima azione esplorativa oltre le linee tedesche, nel generoso tentativo di riportare indietro un suo sottufficiale ferito, cadeva con lui prigioniero. Sottoposto ad atroci torture, perché rifiutava di fare rivelazioni sulla nostra situazione, le sopportava con serena fierezza finché veniva barbaramente trucidato a colpi di pugnale e di bastone. Magnifico esempio di stoicismo e di elevato senso del dovere".