Gustavo Comollo
Comunista fin dalla fondazione del partito, Gustavo Comollo fece parte a Torino dei gruppi di difesa dell'Ordine Nuovo e fu particolarmente attivo nella lotta contro gli squadristi fascisti. Nel 1928 il giovane operaio fu arrestato. Condannato dal Tribunale speciale a quattro anni di reclusione, li trascorse nel carcere di Civitavecchia. Comollo fu poi confinato, per altri otto anni, a Ponza e a Ventotene. Dopo l'8 settembre 1943, col nome di copertura di "Pietro" (col quale sarebbe sempre stato chiamato dai suoi compagni, dopo la Liberazione), Comollo è tra i primi organizzatori della Resistenza in Piemonte. Commissario politico della II Divisione Garibaldi e poi della V Zona (Cuneo), "Pietro" si distingue per capacità di direzione politica e militare, tanto da meritare la decorazione al valore. Nel dopoguerra è, a Torino, funzionario di quella Federazione comunista e responsabile della Commissione Quadri. Per anni ed anni è stato, anche in età avanzata, tra i più attivi dirigenti dell'ANPI di Torino. Ha lasciato un libro autobiografico dal titolo Il commissario Pietro. Nel 2006, Silvano Calvetto ha scritto, su Augusto Comollo, L'educatore Pietro.