Innocenzo Contini
Dopo aver frequentato l'Accademia, fu destinato, come sottotenente d'artiglieria e genio, al 152° Reggimento artiglieria divisionale. Subito dopo l'8 settembre 1943, prese parte alla lotta partigiana combattendo in Val Casotto nelle formazioni di Martini Mauri. Catturato in combattimento, fu fucilato, dopo lunghe torture, con i partigiani Domenico Quaranta, Pietro Augusto Dacomo ed Ettore Ruocco. Nella motivazione della ricompensa al valore a Contini è scritto: "Giovanissimo, animato da fede incrollabile, accorse tra i primi al richiamo santo della Patria, cui prodigava con ardore inesauribile ogni energia. In lunghi giorni di lotta acerrima contro il nemico tedesco, soverchiante per numero e mezzi, dava prove esemplari di coraggio, finché stremato di forze, ma intatto nello spirito indomito, veniva catturato con l'arma in pugno. Rinchiuso in una orribile cella sotterranea, torturato ferocemente, privato di cibo e di acqua, ma sorretto da gigantesco amore per l'Italia taceva resistendo ad ogni sevizia. Nel momento estremo, il corpo piagato ed infranto, trovava ancora la forza per gridare agli invasori la sua fede negli eterni destini d'Italia. Fulgido esempio di eroismo e di fede alle generazioni future".