Tullio Degasperi
Lavorava presso la ditta Magnesio. Nonostante fosse padre di tre figli, nel settembre del 1943 l'operaio, attraverso contatti con la rete comunista clandestina di Trento, entrò nella Resistenza con il nome di battaglia di "Ivan". A capo di un GAP, Degasperi rifornì di armi ed esplosivi le prime bande partigiane, trasportando personalmente il materiale da Ala a Trento, dove si trovava un centro di raccolta. Fu anche "corriere" di stampa clandestina fra Trento e Bolzano e mantenne i collegamenti col comitato antifascista, che si era costituito nel campo di concentramento del capoluogo altoatesino. "Ivan" riuscì anche a fornire preziose notizie di carattere militare alla rete informativa della missione alleata "Imperative", sino a che, per una delazione, fu arrestato a Bolzano dalla Gestapo. Era il 19 dicembre del 1944. Degasperi, rinchiuso nel campo di concentramento di Bolzano, vi fu torturato per più di un mese sino a che i tedeschi non decisero di deportarlo a Mauthausen. Partito con l'ultima tradotta, il prigioniero fu smistato nel sottocampo di Gusen, dove morì nei giorni della liberazione dell'Italia.