Almerigo Duò
Lasciato il suo lavoro di meccanico a Torino per entrare nella Resistenza, il giovane raggiunse le Valli di Lanzo e, sul finire del gennaio 1944, col nome di battaglia di "Amerigo", entrò in una delle formazioni "Giustizia e libertà" che, dopo l'armistizio, erano diventate operative nella zona per iniziativa del tenente Pedro Ferreira. Nell'ottobre del 1944 "Amerigo" prese parte agli scontri con i nazifascisti a Cervinia. Diede prova di grande coraggio, tanto che quando, sempre con Ferreira, passò a combattere stabilmente in Valle d'Aosta, gli fu affidato il comando di un distaccamento della VII Divisione GL. Incaricato di portarsi a Torino per partecipare a una riunione clandestina, fu catturato dai brigatisti neri nei pressi della stazione di Porta Nuova. Interrogato sotto tortura Duò non parlò e, con Ferriera, fu deferito al Tribunale militare di guerra straordinario, che lo condannò a morte. Il 23 gennaio l'esecuzione della sentenza al poligono di tiro del Martinetto. Una lapide lo ricorda in via Giachino, 24 (allora via Gustavo Doglia), sulla casa dove abitava e dove è anche ricordata la staffetta Adriana Minetto, uccisa da brigatisti neri il 27 aprile 1945.