Mario De Martis
L'8 settembre 1943 era in servizio militare come tenente pilota nel Grossetano. Catturato dai tedeschi e riuscito ad evadere, il giovane raggiunse fortunosamente la Capitale. Qui entrò subito nella Resistenza romana, come aiutante maggiore della Banda "Napoli", una formazione partigiana di carabinieri, inquadrati nel Battaglione "Hazon". Caduto nel tranello tesogli da un provocatore, De Martis fu catturato dalla Gestapo in Piazza della Libertà e, il 28 marzo 1944, tradotto nelle celle di via Tasso. Per circa un mese, il giovane partigiano fu interrogato e sottoposto a tortura, poi i tedeschi decisero di trasferirlo nel carcere di Regina Coeli. Processato il 9 maggio da un Tribunale germanico, fu condannato a morte. Mario De Martis fu fucilato nel Forte Bravetta, tre giorni prima che Roma fosse liberata, da un plotone della PAI (Polizia Africa Italiana). Con lui caddero altri cinque patrioti, tra i quali Fortunato Caccamo e Costanzo Ebat.