Guido De Ruggiero
Dopo la laurea in Giurisprudenza rinunciò all’avvocatura per dedicarsi agli studi filosofici, tanto che ha lasciato una monumentale Storia della Filosofia in 16 volumi. Antifascista, De Ruggiero è stato tra i fondatori del Partito d’Azione ed anche illustre giornalista.
Nei primi anni del XX secolo, quando si profilò la possibilità dell’ingresso italiano nella Grande Guerra, De Ruggiero si espresse a favore dell’intervento, ma già nel corso del conflitto cominciò a prenderne le distanze e, ai primi segni di avvento del fascismo, si oppose decisamente al regime nascente sulle riviste di Piero Gobetti “Energie Nuove” e “Rivoluzione liberale”.
Nel 1924 si avvicinò al movimento di Giovanni Amendola e nel 1941 perse la cattedra universitaria quando uscì la ristampa della sua “Storia del liberalismo europeo”, che aveva scritto nel 1925.
Destituito dall’insegnamento, De Ruggiero, che nel 1943 aveva partecipato, come s’è accennato, alla fondazione del Partito d’Azione, fu incarcerato e uscì di prigione soltanto dopo la caduta di Mussolini. Durante i 45 giorni del Governo Badoglio l’illustre filosofo fu nominato rettore dell’Università di Roma e, durante l’occupazione nazifascista della Capitale, De Ruggiero passò in clandestinità.
Dopo la Liberazione fu chiamato da Bonomi a far parte del suo primo governo come ministro della Pubblica Istruzione. Fondatore con Luigi Salvatorelli del settimanale “La Nuova Europa”, organo della destra repubblicana, De Ruggiero si impegnò per la nascita della Repubblica Italiana, per ritirarsi poi definitivamente dall’attività politica.
Al nome dello storico del liberalismo sono intitolate vie a Roma, Napoli, Bari, Milano e in altri centri italiani. Porta il nome di De Ruggiero anche una Scuola media di Brusciano (NA).