Giovanni Faraboli
Sul finire del XIX secolo fu attivo organizzatore di cooperative nel Parmense e fondatore di piccoli istituti di credito, di centri culturali e di piccole aziende industriali. Nel 1902 aderì al PSI divenendone presto uno dei più popolari esponenti locali, grazie alla sua facondia e allo spirito di iniziativa.
Contrario all’intervento dell’Italia nella Primo conflitto mondiale, nel dopoguerra Faraboli accrebbe la sua popolarità continuando l’opera di sviluppo del movimento cooperativo. Nel 1922 aderì al Partito socialista unitario e diventò membro della direzione del partito, ma preso di mira dai fascisti fu costretto a lasciare l’Italia.
In Francia e particolarmente a Tolosa, dove aveva trovato rifugio, il contadino socialista continuò a lavorare tra gli emigrati italiani ed anche lì diede vita ad una Unione delle cooperative e, dopo la riunificazione tra PSI e PSU, divenne segretario della Federazione socialista di Tolosa.
Dopo lo scoppio delle Seconda guerra mondiale e l’occupazione tedesca della Francia, l’emigrato italiano entrò nella Resistenza francese distinguendosi al punto da essere decorato, dopo la sconfitta dei nazisti, con la “Stella dei benemeriti italiani all’Estero”.
Poco dopo la fine del conflitto Giovanni Faraboli, ormai in tarda età e in cattive condizioni di salute, era tornato a Parma dove non riuscì ad inserirsi e dove trascorse l’ultima parte della sua vita in condizioni di totale indigenza. Morì nell’Ospizio degli incurabili, dove era stato ricoverato.