Vittorio Ghini
Militante comunista, nel 1927 fu arrestato e, l'anno dopo (processato dal Tribunale speciale fascista), fu condannato a un anno di reclusione. Scarcerato emigrò in Svizzera e di lì in Francia, dove si stabilì a Parigi. Nell'ottobre del 1936 l'antifascista milanese accorre in Spagna, volontario nelle Brigate Internazionali. Commissario politico della Brigata garibaldina "Gastone Sozzi", combatte sull'Ebro ed è ferito. Con il ritiro delle Brigate Internazionali, Ghini passa in Francia ed è internato dalle autorità francesi al Vernet. Quando i tedeschi occupano la repubblica transalpina, il combattente di Spagna è consegnato alle autorità italiane, che lo confinano a Ventotene. Liberato alla caduta del fascismo, dopo l'8 settembre 1943, "Locati" (questo il suo nome di copertura), organizza e dirige il movimento partigiano in Emilia-Romagna. Gli è stato affidato, nel corso di una riunione a Bologna e in considerazione della sua esperienza in Spagna, l'incarico di "responsabile del lavoro militare". Il Partito comunista gli affida, quindi, l'incarico di ispettore delle Brigate Garibaldi in Lombardia e "Locati" si sposta a Milano. Durante una missione in Piemonte, Vittorio Ghini è catturato dai fascisti, che lo fucilano a Novara.