Giuseppe Giordano
A tredici anni, Giuseppe Giordano era già molto attivo nella Gioventù socialista del Vercellese. Nel 1921, alla nascita del Partito comunista vi aderì entusiasticamente. Dopo numerosi, violenti scontri con i fascisti locali, il giovane bracciante fu costretto a lasciare il suo paese. Trasferitosi a Torino, Giordano riuscì ad entrare come operaio alla Fiat, dove lavorò sino al 1930, quando fu arrestato con altri compagni per attività antifascista. Nel 1931, processato dal Tribunale speciale, l'operaio fu condannato a due anni di carcere. Alla lettura della sentenza, reagì inneggiando alla libertà e al comunismo e fu, seduta stante, condannato ad altri tre anni di reclusione. Scontata la pena, Giordano tornò a fare il bracciante al suo paese, ma già nel 1938 aveva ricostituito ad Olcenengo l'organizzazione comunista clandestina. L'8 settembre del 1943 vede Giordano tra i più attivi organizzatori della lotta di liberazione e durante il periodo della Resistenza, il bracciante, membro del CLN di Olcenengo, è incaricato del Servizio informazioni delle Squadre di azione patriottica. Dopo la Liberazione è stato per dieci anni (dal 1945 al 1955), stimato sindaco di Olcenengo.