Sergio Kasman
Figlio di un musicista russo e di madre italiana, Sergio - che durante la Resistenza si sarebbe fatto chiamare Marco Guardi e Marco Macchi - aveva studiato nel collegio S. Giuseppe di Torino e poi al S. Nicola di Genova, dove aveva ottenuto il diploma. Chiamato per il servizio di leva, nel 1942 era stato a Como, e nel 1943, al momento dell'armistizio, era a Genova in licenza, nell'attesa di essere chiamato a frequentare la Scuola allievi ufficiali. L'8 settembre il giovane - un ragazzone di corporatura atletica e che, com'è stato ricordato da Ferruccio Parri, univa al vigore fisico una ricca e generosa personalità - si rifugiò subito sulle alture sovrastanti Chiavari. Di qui cominciò la sua attività di organizzatore delle prime formazioni partigiane liguri. "Marco" è stato - come si ricorda nella motivazione della decorazione alla memoria - uno tra i più audaci militanti del Partito d'Azione. Durante la Resistenza fu arrestato due volte ed in entrambi i casi riuscì a salvarsi fortunosamente, ogni volta rifiutando di assumere incarichi operativamente più defilati che gli venivano proposti. "Marco", che dopo aver realizzato arditi colpi di mano, tra cui la liberazione di un gruppo di prigionieri politici dal carcere milanese di San Vittore, era stato nominato capo di stato maggiore del Comando piazza di Milano, intensificò la lotta. Sergio Kasman non ha potuto vedere l'ora della Liberazione: attirato in un'imboscata da un agente provocatore, fu abbattuto in piazzale Lavater da una raffica sparatagli alla schiena.