Romeo Landini
Operaio delle Officine Galileo, Landini, che aveva aderito al Partito comunista dalla sua fondazione, nel dicembre del 1930, fu condannato dal Tribunale speciale: sei anni di reclusione per attività antifascista. Scontata la pena ed emigrato in Francia, nel 1936 Landini è in Spagna, a combattere nelle Brigate Internazionali. Dopo la vittoria dei franchisti, passa in Francia ed è internato, con gli altri garibaldini, nel campo di Vernet. L'invasione tedesca della Francia e la conseguente consegna alla polizia italiana, hanno come conseguenza per l'operaio fiorentino altri due anni di confino. Liberato dopo la caduta del fascismo, Landini (nome di battaglia "Emilio), dopo l'armistizio prende parte alla Guerra di liberazione nelle file della Resistenza toscana. Prima a Lucca, come responsabile dell'apparato militare del Partito comunista; poi sulle Apuane a riorganizzarvi le formazioni partigiane. Dalla primavera del 1944 e sino alla Liberazione, "Emilio" rappresentò il PCI nel CLN di Massa Carrara. Dopo la vittoria sui nazifascisti, Romeo Landini tornò al lavoro a Firenze, dove fu eletto segretario della Commissione interna della "Società Elettrica del Valdarno". È morto, dopo anni di sofferenze, per una grave malattia. A lui, e al suo vecchio compagno di lotta, Rigoletto Caciolli, nel 24° anniversario della liberazione di Massa Carrara, la Città assegnò una medaglia d'oro.