Giorgio Ottone Levitz
Si era arruolato volontario nell'Aeronautica e nel 1941 era stato destinato, come radiotelegrafista, a Rodi nell'Egeo. L'anno dopo, Levitz era stato trasferito all'aeroporto di Maritsa e qui si trovava quando, l'8 settembre del 1943, il governo Badoglio annunciò l'armistizio. Il giovane aviere era riuscito a sfuggire alla cattura da parte dei tedeschi e si era dato alla macchia. Quando incontrò casualmente un suo compagno, già militante nella Resistenza greca, l'amico gli propose di mettere a frutto la sua esperienza in comunicazioni. Gli suggerì di farsi assumere dalla stazione radio tedesca locale, allo scopo di trasmettere segretamente informazioni al Comando inglese. Levitz accettò con entusiasmo, finse di mettersi a disposizione dei tedeschi e, per quasi un anno, assolse con grande audacia al rischiosissimo compito che si era assunto. Purtroppo i servizi di sicurezza nazisti finirono per scoprire la vera attività del coraggioso radiotelegrafista italiano. Arrestato, Levitz venne a lungo sottoposto a tortura, perché dicesse dei suoi collegamenti con la Resistenza; ma il giovane non parlò e fu consegnato al plotone d'esecuzione.