Eugenio Morero
A soli sedici anni, per battersi per la libertà, Eugenio Morero entrò a far parte della IV Brigata Garibaldi. Arrestato dai fascisti nel Pinerolese, il ragazzo fu trasportato a Torino e rinchiuso nella caserma di via Asti. A nulla valsero le torture a cui i fascisti lo sottoposero; non solo Morero non diede informazioni sulla dislocazione dei gruppi partigiani al comando di Pompeo Colajanni "Barbato", ma eludendo la sorveglianza riuscì ad evadere. Da Torino si portò fortunosamente nell'Astigiano, dove si aggregò al Gruppo Mobile Operativo del comandante "Nando", della Brigata GL "Brosio". Per il suo coraggio gli fu presto affidato il comando di un distaccamento, che guidò con grande perizia sino a che, durante un'azione contro i nazifascisti, non fu ferito agli arti. Nonostante questo il ragazzo non abbandonò la lotta, partecipando alla liberazione di Asti e di Torino. Nel dopoguerra non sarebbe mai venuto meno l'impegno di Eugenio Morero in difesa della democrazia, della libertà e dei diritti dei lavoratori.