Pino Maroni
Commissario politico del 2° distaccamento della 29ª Brigata GAP "Gastone Sozzi", in previsione dell'insurrezione di Forlì, Pino Maroni si era recato, con due compagni, a prelevare armi che sapeva depositate nei locali del Calzaturificio Zanotti. I tedeschi sorpresero il gruppetto e, con le armi puntate, lo costrinsero a seguirli verso il loro comando. Lungo il percorso, Pino diede, sottovoce in dialetto, istruzioni ai suoi compagni: "Quando urlo, scappate". Così fu. I due giovani riuscirono a salvarsi correndo verso la campagna; Maroni, che aveva aperto il fuoco contro il nemico, fu ferito dalla reazione tedesca. Trasportato al comando delle SS, fu torturato e ucciso dai nazisti, che ne seppellirono il corpo nel giardino della "Stazione agraria". Nella motivazione della ricompensa al valore, Pino Maroni è definito "Partigiano valoroso sempre distintosi per ardimento e sprezzo del pericolo sin dall'inizio della lotta clandestinaè Bell'esempio di generoso ardimento." Il 9 novembre 2008, in occasione delle celebrazioni per il sessantaquattresimo anniversario della Liberazione di Forlì, è stata scoperta, vicino all'ingresso dell'Università, un'epigrafe che lo ricorda. Una via gli era già stata intitolata a San Martino in Strada, dove risiedeva.