Gianfranco Mauceri
Di ideali socialisti mutuati dal padre, era iscritto alla Facoltà di Medicina. Dopo l'8 settembre 1943 il ragazzo entrò nella Resistenza come partigiano combattente della Brigata "Battisti", operante nel Varesotto. Radiotelefonista della sua formazione, Mauceri (che aveva scelto come nome di battaglia quello di "Brambillino") fu sorpreso con altri sei compagni da un attacco dei nazifascisti all'Alpe Fornà, sul Monte Zeda in valle Intrasca. Assolse sino all'ultimo al suo compito di segnalatore, poi occultato l'apparecchio trasmittente, imbracciò il fucile e continuò a sparare, sino a che non cadde con i suoi compagni. Anche il padre di Gianfranco Mauceri, Matteo, è scomparso tragicamente. Antifascista, di professione insegnante, alla Liberazione era stato nominato dal CLN sindaco di Venegono. Morì proprio il 25 aprile, per un colpo di fucile esploso accidentalmente da un giovane del luogo.