Pietro Pinetti
Lavorava all'Ansaldo di Sampierdarena, dove aveva aderito al Partito comunista clandestino. Dopo l'8 settembre, entrato nella Resistenza, il giovane operaio era diventato uno dei patrioti più attivi della 175ª Brigata Garibaldi SAP, tanto che, nell'agosto 1944, ne fu nominato vice comandante col nome di battaglia di "Boris". La formazione, che sarebbe poi diventata la Brigata "Guglielminetti", operava sia nel capoluogo ligure che in Valbisagno. L'11 gennaio 1945 il ragazzo fu arrestato in una strada di Genova da militi della "X Mas" che lo rinchiusero nel carcere di Marassi. Dopo meno di due settimane di prigione, Pietro Pinetti, processato dal Tribunale Militare Straordinario della RSI, fu condannato a morte. Un plotone di Brigate Nere lo fucilò, con altri cinque partigiani, sotto il ponte levatoio del Forte Castellaccio.