Guglielmo Pacini
Era stato uno dei partigiani che, in Piazzale Loreto, a Milano il 29 aprile 1945, avevano aiutato Carla Voltolina a fissare la gonna di Claretta Petacci, affinché il corpo dell'amante di Mussolini non apparisse scomposto quando i morti di Dongo furono appesi perché la folla non li oltraggiasse. Di questo i giornali locali hanno soprattutto parlato, dando notizia della scomparsa di Pacini, il minatore dell'Elba morto nella casa della frazione San Piero dove era nato e dove aveva sempre vissuto. Soltanto accenni al fatto che nelle cave di granito aveva contratto la silicosi, e che quel giorno si trovava a Milano perché era un partigiano della 120ª Brigata Garibaldi, che era già stato condannato a morte dai fascisti e che era sfuggito per un soffio al plotone d'esecuzione, grazie all'insurrezione popolare. Nemmeno una parola sulla scelta di entrare nella Resistenza per liberare l'Italia dal nazifascismo.