Amedeo Piraino
Era ancora sedicenne quando si orientò verso l'ideale repubblicano. Studente liceale a Palermo, subì nel marzo del 1922 la prima aggressione fascista durante una manifestazione organizzata in occasione del cinquantenario della morte di Giuseppe Mazzini. Nel 1923, Mancini partecipò alle prime iniziative del gruppo "Italia Libera" e, nel 1924, fu tra i fondatori dell'Unione Goliardica per la Libertà. Dal 1926, con il consolidarsi della dittatura fascista, si dedicò prevalentemente agli studi, cogliendo significati successi in campo scientifico. Nel 1929, pochi mesi dopo aver ottenuto la laurea in medicina, formulò la prima diagnosi clinica di malattia di Ayerza fatta in Italia. Nel 1933 diresse a Palermo la battaglia contro una gravissima epidemia di scarlattina, impiegando con successo siero di convalescenti. Visto che, per le sue idee politiche, gli era preclusa la carriera scientifica, Piraino, vinto un concorso per medico condotto, si trasferì a Milano, dove riprese i contatti clandestini con i repubblicani. Dopo l'8 settembre 1943, prese parte alla Guerra di liberazione nelle file della Resistenza milanese. Membro del CLN dei medici e, dal giugno 1944, a capo delle "Brigate Mazzini", durante le giornate insurrezionali dell'aprile 1945 rappresentò il PRI nel CLN di Milano. Dopo la Liberazione, Piraino fu chiamato a far parte della Giunta comunale come assessore all'Igiene e Sanità; incarico che lasciò pochi giorni dopo, per assumere quello di commissario all'Igiene e Sanità della Lombardia. Oltre a numerose pubblicazioni di medicina, Amedeo Piraino ha lasciato numerosi scritti sul mazzinianesimo. Prima di morire ha donato all'INSMLI un ricchissimo "Fondo", che comprende anche una preziosa raccolta di cartoline risorgimentali.